Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i paesi dei Balcani, in particolare Serbia e Kosovo, sono attenti osservatori. Tuttavia, la posizione filo-serba di Trump anticipa cosa potrebbero aspettarsi i Balcani occidentali se il repubblicano tornasse alla Casa Bianca a novembre. Nel peggiore dei casi, la disintegrazione della Bosnia-Erzegovina, che potrebbe portare a un’escalation armata. Perché sebbene la Bosnia e il Kosovo siano due stati chiaramente filoamericani e filooccidentali con popolazioni a maggioranza musulmana, non possono automaticamente contare sulla protezione degli Stati Uniti contro le brame espansionistiche della Serbia se Trump venisse rieletto.
Balcani: la vittoria di Trump rafforzerebbe il revisionismo serbo
L’attuale amministrazione statunitense, ha basato la sua politica sui Balcani occidentali sulla speranza che la Serbia alla fine avrebbe voltato le spalle a Cina e Russia e avrebbe abbracciato un corso filo-occidentale e una posizione regionale costruttiva. Tuttavia, questo non sembra aver avuto successo. Belgrado non è stata all’altezza delle aspettative del presidente uscente Joe Biden. Ha fornito indirettamente armi all’Ucraina. Ma si è anche rifiutata orgogliosamente di imporre sanzioni alla Russia per l’invasione su vasta scala del paese da parte di Mosca; ha mantenuto strette relazioni con la Cina; e ha continuato a svolgere un ruolo destabilizzante nella regione. D’altronde, negli ultimi anni, il governo serbo e i nazionalisti serbi altrove nei Balcani occidentali, hanno aumentato la loro agitazione revisionista nella regione. Hanno recentemente adottato una “dichiarazione tutta serba” che cerca di rovesciare l’accordo post-Dayton in Bosnia ed Erzegovina e rivendica il Kosovo come parte inseparabile della Serbia. Inoltre, le frequenti visite a Mosca dell’alleato di Vucic e vice premier serbo Aleksandar Vulin, che di recente ha assicurato personalmente al presidente russo Vladimir Putin che la Serbia è “un partner strategico e alleato della Russia”, hanno gettato dubbi sulla politica statunitense nei Balcani. Questo fragile status quo verrebbe seriamente minacciato da una nuova presidenza Trump negli Stati Uniti. Tra gli altri rischi, la sua seconda amministrazione potrebbe cercare di revocare le sanzioni che hanno frenato gli appetiti separatisti tra i serbi bosniaci e di rilanciare pericolose proposte per uno scambio di territori tra Serbia e Kosovo. Ciò potrebbe portare a una nuova guerra nei Balcani, con la ridefinizione dei confini per motivi etnici. In particolare, in caso di vittoria di Trump il 5 novembre, l’UE dovrebbe preparare un pacchetto di nuovi meccanismi di deterrenza da applicare nei Balcani occidentali indipendentemente dagli USA e dagli stati membri spoiler come l’Ungheria. E in entrambe le eventualità, dovrebbe assumersi maggiori responsabilità per la stabilizzazione della regione. Mentre la linea assunta dalla candidata del Partito Democratico Kamala Harris, d’altro canto, non è stata finora così netta. Si ritiene tuttavia, improbabile che Harris favorisca i nazionalisti serbi o altri etnonazionalisti.