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Taranto – “uscire dall’ambiguità

“Chiediamo la convocazione delle associazioni alle audizioni regionali e chiarezza sulle priorità politiche. E’ il momento di uscire dall’ambiguità.”

 

Siamo francamente sorpresi da un fenomeno ricorrente in regione Puglia;
spesso (salvo qualche eccezione) quando vengono discusse questioni ambientali sono convocati i responsabili degli organi di controllo quali ARPA, ASL e ARESS, e delle organizzazioni sindacali e datoriali, ma non le associazioni ambientaliste.
E’ andata così nelle audizioni sul depotenziamento del Polo dei microinquinanti dell’ARPA Taranto e in quella sul riavvio dell’AFO1 di lunedì scorso.

Abbiamo appreso oggi dalla stampa che il consigliere regionale Enzo Di Gregorio ha chiesto l’audizione in merito alla richiesta di autorizzazione del quarto lotto di Italcave. E’ una richiesta condivisibile, ma poniamo una questione di metodo: il diritto all’ambiente è stato inserito in costituzione nel 2022 e la cittadinanza attiva è portatrice di istanze meritevoli di ascolto e di tutela.

Tra i soggetti da audire e da consultare devono esserci anche i cittadini portatori d’interesse, visto che da decenni subiscono le emissioni odorigene e gli effetti dell’inquinamento oltre alle OOSS.

In provincia di Taranto sono di competenza regionale anche le procedure di autorizzazione per le discariche di Lizzano e di Manduria, per l’inceneritore di fanghi di Massafra e per il dissalatore sul fiume Tara.

Infine siamo esterefatti dalle parole dell’Assessora regionale Triggiani nell’audizione di lunedì scorso sull’ILVA: l’Assessora Triggiani ha dichiarato che l’obiettivo è coniugare il modello di produzione con la salute trovando una mediazione tra diritti fondamentali e che l’AFO1 è sotto controllo per essere smentita due secondi dopo dai responsabili ARPA Taranto e ARESS.

La dottoressa Lucia Bisceglia dell’ARESS ha ribadito che “permane il rischio sanitario per il quartiere Tamburi”.

Il direttore ARPA Taranto ha avvisato che la prescrizione sulle acque meteoriche NON è ottemperata per tutta l’area a caldo e che la prescrizione UA9 sulla captazioni vapori, loppa e depolverazione è tutta da appurare nei prossimi controlli.

Infine ricordiamo che le prescrizioni su Amianto e certificazione prevenzione incendi sono ottemperate a colpi di decreto legge.

Operai in primis, cittadini e territorio sono in pericolo e la Corte Di Giustizia Europea è stata chiara su ILVA: se esiste pericolo per ambiente e salute in assenza di AIA, gli impianti vanno sospesi.

E’ la stessa posizione del GIP Patrizia Todisco che dispose il sequestro dell’area a caldo.
Dopo dodici anni e mezzo gli impianti dell’area a caldo sono ancora in funzione e non ne hanno beneficiato né gli abitanti né i lavoratori.
E’ il momento di uscire dall’ambiguità.

Fulvia Gravame

Co-portavoce regionale  Europa Verde – Verdi Puglia
Gregorio Mariggiò.
Co-portavoce provinciale  di Taranto Europa Verde – Verdi
Antonio Lenti
Consigliere Comunale di Taranto per Europa Verde – Verdi

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