Principale Estero Disordini in Mozambico: sale la tensione

Disordini in Mozambico: sale la tensione

In Mozambico la tensione resta alta mentre continuano le violenze post-elettorali. Giovedì la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti radunati nelle strade di Maputo. Almeno 18 persone sono morte dopo settimane di proteste. Lo sdegno è aumentato da quando le autorità elettorali hanno dichiarato che il Frelimo aveva vinto le elezioni del 9 ottobre, estendendo il suo governo durato 49 anni.

Disordini in Mozambico: sale la tensione

Il Mozambico trattiene il fiato. L’opposizione chiede una grande “marcia per la libertà” poiché il paese è sotto tensione dopo le controverse elezioni. Tra minacce da parte dell’esercito e timori di violenze, la posta in gioco è enorme. Dall’annuncio dei risultati delle doppie elezioni presidenziali e legislative del 9 ottobre, che hanno decretato vincitore il partito Frelimo al potere da quasi 50 anni, il Mozambico attraversa una grave crisi politica. Venancio Mondlane, ufficialmente secondo con il 20% dei voti, ha contestato questi risultati e ha rivendicato la vittoria. I suoi sostenitori sono scesi in piazza, opponendosi violentemente alla polizia. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, la repressione della polizia ha provocato la morte di almeno 18 manifestanti dopo le elezioni. Un bilancio pesante che fa temere il peggio, nonostante gli appelli alla moderazione lanciati dalla comunità internazionale. Giovedì mattina diverse migliaia di persone sono scese in piazza in alcune zone della capitale mentre la polizia antisommossa usava gas lacrimogeni. La repressione della polizia ha provocato la morte di almeno 18 manifestanti.

La comunità internazionale invita alla calma

Mentre il Mozambico sembra sull’orlo della conflagrazione, la comunità internazionale chiede sempre più dialogo e moderazione. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha esortato le autorità a rispettare il diritto alla protesta pacifica e ad astenersi dall’uso eccessivo della forza. Amnesty International, dal canto suo, ha denunciato “la peggiore repressione delle manifestazioni avvenuta nel Paese da anni”. Anche le cancellerie occidentali (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Norvegia, Svizzera) hanno invitato “tutte le parti a dar prova di moderazione nel rispetto dello stato di diritto e della vita umana” in una dichiarazione congiunta.

Il Sudafrica chiude le frontiere

A ulteriore segno della gravità della situazione, il vicino Sudafrica ha deciso martedì di chiudere un importante valico di frontiera con il Mozambico a causa delle violenze post-elettorali. Secondo le autorità sudafricane, sette funzionari mozambicani avrebbero addirittura “chiesto rifugio” dall’altra parte del confine “per motivi di sicurezza”. A poche ore dalla “marcia per la libertà”, il Mozambico è più che mai appeso a un filo. Tra la determinazione dell’opposizione, l’intransigenza del potere e le preoccupazioni della comunità internazionale, questa giornata di mobilitazione promette di essere decisiva per il futuro del Paese. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati su Maputo, con la speranza che la marcia si svolga pacificamente e apra la strada alla risoluzione di questa crisi politica che sta dilaniando il Paese.

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