Luigi Capuana lo abbiamo già trovato nella nostra soffitta di libri con tutte le fiabe
La sua vita avvolge buona parte dell’Ottocento e muore a 76 anni nel 1915 all’avvio della Grande Guerra.
Fu personaggio pubblico oscillante dallo scranno di sindaco della città natale (Mineo) e l’università di Catania. Gli piacque il naturalismo francese di Zola e studiò psicologia.
Questo letterato siciliano è considerato uno dei padri del verismo, eppure aveva il gusto del favoleggiare per i fanciulli. Del resto, era un autentico maestro.
La sua vita si sviluppa in gran parte nell’Ottocento che è stato uno dei secoli più proficui di esperienze letterarie.
Dice Wkipedia: “Egli intese realizzare un nuovo tipo di romanzo, costruito come un vero “documento” che si occupasse di una realtà rurale e regionale, puntando l’attenzione soprattutto sulla psicologia dei personaggi, trattata però in modo del tutto impersonale. La sua linea teorica si espresse in particolar modo nel suo romanzo più celebre, Il marchese di Roccaverdina del 1901”
Le sue opere migliori sono le novelle ispirate alla vita siciliana. In questo libro ci sono sei novelle per fanciulli. Con il Drago che apre il racconto:
– Uh! Il Drago!
Le due bambine, che s’erano messe a giocare presso il muricciolo del ponticello dove la zia le aveva appostate per chiedere l’elemosina ai passanti, alla vista del vecchio che arrivava a cavallo all’asino, s’erano subito rimesse a sedere, la maggiore sul muricciolo, la minore per terra; e ripetevano insieme sottovoce:
– Uh! Il Drago! Il Drago!
Don Paolo Drago – drago di nome e di fatto, diceva la gente – arrivato davanti a loro, si era fermato, trattenendo l’asino con una leggera tirata della cavezza.
– Che fate qui? – le sgridò; – tornate a casa, e dite a quella strega di vostra zia: Don Paolo non vuole che domandiamo l’elemosina! Tornate a casa.
E vedendo che le bambine non si movevano, fece una specie di grugnito minaccioso che le impaurì.
Infatti quella mattina finsero d’andare via zitte zitte, e allo svolto dello stradone si fermarono, aspettandoche Don Paolo si fosse allontanato; poi, saltellanti, tornarono al loro posto, la maggiore sul muricci olo, la minore per terra: questa spettinata, scalza, con la camicia a brandelli; l’altra, scalza anche lei, ma un po’ più ravviata, col fazzoletto azzurro di cotone, a palline bianche, avvolto attorno alla testa. …..