L’omicidio di tre sorelle dette “las Mariposas”, le tre sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, avvenuto il 25 novembre di 64 anni fa, portò l’ONU a designare, già dal 1999, tale giorno come data della ricorrenza annuale per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In questo periodo, in cui ricorre l’anniversario dell’eccidio, sarà possibile per i centri antiviolenza in Puglia presentare domanda per ottenere dei contributi per le attività svolte.
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La violenza e la violenza di genere richiedono un impegno collettivo costante per essere affrontate in modo efficace. L’educazione e la sensibilizzazione preventive devono essere affiancate dal supporto legale e dall’assistenza alle vittime, dall’empowerment economico per sostenerne l’indipendenza e consentirne il ritorno ad una vita il più possibile nella normalità e in sicurezza.
Accanto all’intervento pubblico, le risorse da attivare e impiegare possono essere hotline di emergenza, centri antiviolenza (CAV), ONG.
La data del 25 novembre si pone all’inizio di un periodo di “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, che un po’ ovunque nel mondo precede la Giornata mondiale dei diritti umani: il 10 dicembre di ogni anno.
Per la conoscenza del fenomeno in Puglia, dal 2013, il Servizio Minori, Famiglie e Pari Opportunità e Tenuta Registri, con il supporto dell’Ufficio Statistico regionale, effettua il monitoraggio annuale degli accessi ai CAV e alle case rifugio, da parte di donne e minori vittime di violenza.
In seguito l’Osservatorio regionale sulla violenza alle donne e ai minori, nell’ambito dell’Osservatorio delle Politiche sociali, ha reso stabili le attività annuali di monitoraggio, con il duplice obiettivo di approfondire la conoscenza delle diverse problematiche e di verificare l’impatto delle scelte adottate, a livello regionale, per contrastare il fenomeno.
Dal 2020 l’ISTAT, in collaborazione con la Regione, ha avviato, in via sperimentale, anche l’indagine sull’utenza dei centri antiviolenza pugliesi, per fornire una rappresentazione delle dimensioni e delle caratteristiche delle forme di violenza, utile per orientare gli interventi di policy.
Dal Focus per il 2023 risultano operativi 28 CAV regionali, di cui 18 privati (con l’83,6% degli accessi sul totale) e 8 pubblici, 2 non hanno partecipato alla rilevazione dati. Con un aumento di oltre 700 unità rispetto al 2022, le donne che si sono rivolte a tali strutture sono risultate pari a circa 3000. Gli accessi si sono distribuiti su tutte le province, con Bari che ha avuto il numero più alto di richieste (994), seguita da Foggia (685).
Le motivazioni che portano alla scelta delle donne sembrano legate alla percezione di una più chiara mission di “lotta alla violenza” per i CAV privati, insieme ai maggiori timori nei confronti dei risvolti che possano generarsi con la presa in carico da parte dei servizi pubblici.
La maggior parte delle donne si è rivolta ai CAV spontaneamente (69%) mentre il restante 31% vi è stato inviato, dalle forze dell’ordine o dai servizi sociali, ma anche dal pronto soccorso o dai consultori familiari. Riguardo alla nazionalità, per l’89% delle assistite si è trattato di donne italiane, il 6% proviene da paesi extraeuropei, il 5% dai paesi europei. La fascia di età più presente è quella tra i 40 e i 49 anni (32,2%).
Circa un anno fa, nel novembre 2023, sono state ripartite le risorse del «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» – Annualità 2023, con Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri DPCM. Alla Puglia sono stati assegnati 426mila euro per l’attuazione di una serie di interventi tra cui quelli di prevenzione, sensibilizzazione, potenziamento delle forme di assistenza, quindi 639mila euro per la prevenzione delle condotte di violenza domestica.
Inoltre sono pari a euro 2.359.343,39 le risorse destinate alla Regione Puglia per le Azioni per i centri antiviolenza e le case-rifugio, di cui euro 1.436.072,47 da destinare al sostegno dei CAV privati esistenti e euro 923.270,92 per le case rifugio, per le attività e gli interventi previsti a livello politico e amministrativo.
In questi giorni, l’11 novembre, la regione Puglia ha pubblicato l’avviso pubblico per l’accesso ai contributi statali destinati ai centri antiviolenza, (totale su menzionato pari a euro 1.436.072,47).
Si precisa che l’importo complessivo delle risorse verrà ripartito in egual misura tra i soggetti che saranno ammessi, ma non potrà superare per ciascuno di essi l’importo massimo di 80mila euro
I soggetti titolari ed i gestori dei centri antiviolenza privati, iscritti nell’apposito registro regionale, in possesso di tutti i requisiti previsti dall’Intesa del 14 settembre 2022 o che abbiano avviato il percorso di adeguamento* a tali requisiti, possono già presentare domanda di accesso al contributo.
La domanda dovrà pervenire in formato digitale (all’indirizzo di posta certificata ufficio.garantedigenere@pec.rupar.puglia.it), congiuntamente alla documentazione da allegare, entro e non oltre il 1° dicembre prossimo.
Saranno considerate ammissibili le spese per la retribuzione del personale; le spese di gestione (locazione e utenze varie); per beni e servizi, attrezzature (materiali di consumo, eventuali mobili, ecc.); la manutenzione ordinaria (nella misura massima del 10%); le spese di comunicazione e per interventi diretti a favore delle donne accolte; inoltre altre spese, adeguatamente motivate, volte a migliorare l’accessibilità e la fruizione del servizio.
Saranno finanziate le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 marzo 2026, salvo richieste di proroga adeguatamente motivate. Il termine per la presentazione della rendicontazione è stabilito al 30.06.2026.
Aggiungiamo che la regione Puglia mira ad avviare e potenziare in futuro la realizzazione di Case di emergenza e di Centri per uomini autori di violenza, già ampiamente presenti in altre regioni d’Italia, tra le altre il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Campania.
*la possibilità di adeguamento è prevista solo per i gestori di CAV già presenti negli elenchi/Albi regionali alla data dell’Intesa