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Viscnu-Sarma – il Pancia-Tantra

Il libro di oggi viene dall’india e questo libro si presenta con un autore che si chiama Viscnù-Sarma dove il primo termine è il nome di una divinità maschile vedica che nei secoli appena precedenti la nostra era cristiana, il secondo termine può significare fiume.

Un fiume di parole, di favole?

Il Panchatantra che presentiamo è la più famosa raccolta di favole indiana e probabilmente anche la più antica.

Si parla del secondo o sesto secolo d.C.

Si compone di un racconto-cornice sul quale si innestano settanta favole che veicolano precetti di morale utilitaristica (l’azione giusta è quella che comporta maggiori vantaggi).

La forma è prosa intercalata da strofe in versi, queste ultime generalmente di contenuto morale e didascalico.

Il racconto-cornice narra di un re indiano che affida i suoi tre figli alle cure del saggio brahmano Visnusarman, il leggendario autore del Pañchatantra, perché li educhi, e costui compone i seguenti cinque libri

«La separazione degli amici»: si narrano gli intrighi dei due sciacalli Calila e Dimna affincé il toro e il leone, ministri del re degli animali, rompano la loro amicizia

Il modo di acquistare gli amici»: si espongono i vantaggi derivanti dalla saggia scelta delle amicizie, attraverso favole riguardanti un topo, un corvo, una tartaruga, delle colombe e delle gazzelle

La guerra e la pace dei corvi e dei gufi»: in cui si espone come si possa vincere la guerra con gli inganni e l’assenza di scrupoli morali

La perdita di ciò che si è acquistato»: narra la favola della scimmia che riesce a salvarsi dalle grinfie di un coccodrillo, che l’ha già trascinata in acqua per divorarle il cuore, dicendogli che questo è legato a un albero sulla riva del fiume

Le opere fatte sconsideratamente»: narra della morte di una mangusta uccisa da un brahmano, il quale l’aveva a torto giudicata colpevole della morte del figlioletto.

I figli del re leggono il testo e, nel giro di sei mesi, come era stato promesso al re loro padre da Visnusarman, divengono saggi e colti.

C’è una sorta di similitudine con il Decamerone che è sempre un sorta di gioco di lettura a turno con uno sfondo moralistico.

La singolarità di questi racconti è nella fattura, poiché essi s’intrecciano e si svolgono l’uno nell’altro, senza però generar confusione tanto è sottile l’artifizio letterario del narratore.

Anche la monotonia, che sarebbe da temere, è abilmente scansata in virtù della varietà dei casi, della ingenuità della narrazione, della freschezza delle immagini, dei caratteri, dell’azione. dell’azione.sonaficazione per personificazione dei caratteri.

Gli animali, indotti come attori del dramma, sono poco meno che umanizzati, tanto è lo studio posto nel ritrarne le virtù, i vizi, le attitudini, gli usi.

Per leggere il libro scarica da qui

 

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