Egregio Direttore,
da cittadina pugliese, Le chiedo cortesemente ospitalità per una replica all’articolo
https://www.corrierepl.it/2024
Encomiabile l’iniziativa di portare nelle scuole iniziative volte a
sensibilizzare le nuove generazioni al tema delle violenze sulle donne e alla discriminazione di genere. La violenza andrebbe condannata sempre, a qualsiasi livello ed in qualsiasi contesto a prescindere dall’identità delle persone coinvolte; dovremmo preoccuparci di sensibilizzare le nuove generazioni sulle violenze psicologiche e fisiche perpetrate sui bambini , nelle strutture di ricovero, nelle carceri , nei luoghi di lavoro, nelle scuole sulle minoranze etniche e religiose. Sono molteplici i modi e i contesti in cui viene esercitata la violenza.
L’uomo, a prescindere dall’identità di genere, è nato libero ed è
proprio questa libertà che intendiamo e vogliamo difendere senza
preclusioni e condizionamenti di tipo ideologico culturale e
religioso.Il tentativo di appropriarsi di un sacrosanto diritto alla
vita è legittimato solo per il fatto che si è concretamente e
realisticamente esistenti e nessuno ha il diritto di decidere chi può e chi non può occupare lo spazio della società.
Noi come movimento “Pro-life insieme” siamo contrari ad ogni forma di violenza e pertanto difendiamo il diritto del bambino a vivere, sin dal suo concepimento. Difendiamo il diritto di ciascuno a voler vivere la propria vita liberamente secondo il principio dell’autodeterminazione e del rispetto della vita altrui. La nostra società paradossalmente difende e protegge tutti gli esseri viventi, le piante e gli ecosistemi ma non fa nulla di concreto per difendere la vita umana , dal concepimento alla morte.
Quante vite tutti i giorni vengono buttate nella spazzatura? Le nostre città si stanno spopolando di bambini, arriveremo al punto zero delle nascite? qualcuno se lo sta chiedendo? Cosa siamo disposti a fare e a rinunciare del nostro tempo, della nostra ricchezza per investire risorse ed energie a sostegno della maternità? Fino ad oggi nulla è stato fatto, siamo all’anno zero.Sono fermamente convinta , per l’esperienza trentennale maturata nei consultori familiari a fianco alle donne che ricorrono all’ivg , che nessuna donna libera vuole rinunciare alla maternità, se lo fa è perchè è stata lasciata sola dalla famiglia, dal partner, dalla società, deprivata di risorse ed alternative .
Tocca a noi tutti adoperarci in tal senso, a promuovere leggi a tutela e garanzia della maternità, a ricercare spazi, strategie ,tempi dedicati ad un aiuto concreto e condiviso.
Dott. Isabella Digiovanna
Psicologa
Castellaneta (Taranto)