Decreto “Flussi”: critiche senza averlo letto
I presidenti delle 26 Corti d’appello italiane hanno chiesto al presidente Mattarella di fermare l’emendamento di FdI al decreto “Flussi” perché avrebbe reintrodotto il ricorso sulle richieste d’asilo. E invece l’emendamento lo cancella, quel ricorso.
Non è stato, quindi compreso al volo il contenuto di una legge, meglio: di un emendamento presentato in corsa. Sarebbe bastata più ponderazione; a volte basta attendere. E invece no: i magistrati, l’Anm ma soprattutto i presidenti delle Corti d’appello (tutti e 26 i presidenti della Corti d’appello italiane!!!) hanno agito in fretta.
C’è stato un bombardamento di critiche all’emendamento della maggioranza sui migranti, al voto in queste ore alla Camera, senza nemmeno leggerlo. Si sono affidati a notizie di stampa. Eppure sono magistrati. Leggere gli atti è il loro mestiere. Conoscere le norme, e leggerle prima di interpretarle, è il presupposto, del loro mestiere.
Valanga di critiche e non solo, purtroppo. Anche una lettera al presidente della Repubblica, addirittura con la richiesta per nulla velata di fermare le nuove norme.
Un anatema contro il «disastro» che l’emendamento al Dl “Flussi”, a prima firma di Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia, avrebbe provocato all’intero sistema giustizia.
Un «disastro» così epocale che, nella nota diffusa ieri, i presidenti delle 26 Corti d’appello hanno chiesto a Sergio Mattarella di scongiurare il baratro.
Ma il baratro non esisteva. O forse è un altro …
Evelyn Zappimbulso
Redazione Corriere di Puglia e Lucania