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Congo

Con oltre novanta milioni di abitanti, è il più popolato fra i paesi di lingua francese e conta centinaia di diverse etnìe. Nella parte occidentale si trova la costa atlantica; le sue foreste sono fra le più estese al mondo e quella pluviale è seconda solo all’Amazzonia; offre un panorama molto vario essendo ricco di laghi, aree montagnose e naturalmente il fiume Congo. La parte della costa è comunque la più tranquilla, mentre nelle zone orientali  del paese avvengono di frequente scontri fra manifestanti o atti violenti  dovuti alla situazione instabile, visto che in definitiva sono due paesi separati dal fiume Congo.

L’attività estrattiva è molto importante, come testimoniano le immagini che conosciamo (bambini impiegati nelle miniere a cielo aperto, ad esempio…).

Si tratta di un paese con un percorso storico penalizzante, del resto questo fatto è comune a tutta l’Africa reduce dal colonialismo. Nell’immaginario collettivo, ha cambiato nome più volte: dapprima Congo belga, dopo Zaire per oltre un quarto di secolo, e poi Repubblica democratica del Congo.

Ma la sua storia parte da molto più lontano, perché era stato abitato anticamente dai pigmei ed era venuto in contatto con gli occidentali solo a partire dal ‘400 col commercio degli schiavi; ma solo verso la fine dell’ ‘800 entrò in contatto con gli Stati europei che si contendevano il possesso e lo sfruttamento della zona, in particolare Francia e Belgio. Una  Conferenza del 1885 divise il paese tra i due contendenti, la parte a est del fiume Congo ai belgi e quella a ovest ai francesi come protettorato.

Dopo alterne vicende, nel ’58 la colonia venne divisa in quattro stati e successivamente dichiarata indipendente; ma il colpo di stato del ’68 portò al potere un ufficiale dell’esercito che si appoggiava alla Russia e che fu ucciso nel ’77. Dopo le elezioni dei primi anni ’90, le tensioni politiche fra diverse fazioni portarono a una guerra civile dopo la quale il regime rimase comunque estremamente allineato agli interessi francesi.

La situazione economica è sempre stata ed è tuttora subordinata al colonialismo, attratto dalle immense ricchezze del territorio come legname e caucciù, ma in primis petrolio e preziose sostanze dell’attività estrattiva.

Nella parte nord-occidentale si trovano parchi nazionali patrimonio dell’Unesco; la fauna comprende le varie specie africane (leoni, elefanti, leopardi, gorilla, giraffe, ippopotami e zebre ) ma anche varietà particolari come il bonobo, il bufalo africano, l’antilope nera e l’endemico okapi.

Pur essendo una straordinaria riserva di biodiversità, scimpanzé e gorilla rimangono a rischio d’estinzione a causa del bracconaggio.

Il momento migliore per una visita è il periodo estivo-autunnale.

SandraFallaci©

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