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Salute, sport e diritti. Convegno ad Acquaviva

di Enzo Varricchio

Il due maggio 2024 il Comune di Acquaviva delle Fonti, unitamente all’Ordine dei medici di Bari, organizza un convegno sul tema: “Salute: una scelta di comunità”, incentrato sui rapporti tra salute, sport e diritti, argomento di estrema attualità e interesse, purtroppo anche alla luce dei numerosi casi di abusi su atleti minorenni emersi nelle recenti cronache.

Sport e  Salute: quanto sono collegate queste due variabili? Può lo sport aiutarci a prevenire le malattie?

I latini dicevano ”mens sana in corpore sano” e infatti il nostro benessere psicofisico è il risultato di un perfetto equilibrio tra mente e corpo. Lo sport e l’attività fisica, oltre ad avere un alto valore sociale ed educativo, sono  strumenti che possono davvero fare la differenza per il benessere, la prevenzione e la terapia di molte patologie.

I benefici per la salute che arreca lo sport sono molteplici, i più noti dei quali sono: rafforzamento di muscoli e articolazioni; aumento della capacità e dell’elasticità dell’apparato respiratorio; miglioramento della capacità contrattile del cuore e della sua irrorazione coronarica; riduzione dei disturbi dell’umore; riduzione del rischio di condizioni tipiche della vita sedentaria quali l’obesità, il diabete, l’ipertensione, e tutte le patologie legate al sistema cardiocircolatorio.

Lo sport fa parte delle nostre vite, vi entra da piccoli e vi resta per sempre sotto molte forme: nella pratica, nella visione diretta o mediatica degli eventi, nei discorsi al bar, nel campanilismo delle tifoserie e nell’orgoglio nazionale delle grandi competizioni. Lo sport è spesso incarnato nelle le persone e i luoghi cui affidiamo i nostri minori: allenatori, preparatori atletici e medici, dirigenti di associazioni sportive.

In Italia ci sono circa quattro milioni di tesserati delle varie federazioni sportive con 63.000 associazioni e società sportive.

Lo sport è un fattore di aggregazione sociale e favorisce la nascita di una coscienza comunitaria e, in qualche misura, la presenza di una comunità fa sì che sorga l’esigenza di praticare attività sportive.

La salute è un grande business ma anche lo sport non scherza. In Italia genera circa 80 miliardi di ricavi annui, pari al 3% del PIL.

Il solo calcio professionistico reca un valore della produzione di circa 2.660 milioni di euro, con contributi fiscali e previdenziali per 1.068 milioni.

Nell’anno 2024 lo sport riceverà contributi statali per 315,7 milioni di euro (+ 6,7%) grazie agli stanziamenti per l’anno olimpico, con il calcio in vetta, e con forti aumenti degli investimenti per tennis, pallavolo e ginnastica.

Il mondo dello sport è cambiato e sta cambiando come la società.

Un nuovo modello di educazione allo sport sta sostituendo quello paternalistico e talora coercitivo del passato, secondo cui per vincere occorreva soffrire e talora subire comportamenti “correttivi” oggi considerati assai poco edificanti che, purtroppo, solo ora emergono dalle cronache.

Secondo una ricerca condotta da ChangeTheGame e altri enti, addirittura quattro minori su dieci avrebbero subito abusi o violenze fisiche e psicologiche di vario genere, dalle ingiurie al maltrattamento, al bullismo, al nonnismo, all’umiliazione, all’abuso sessuale. In questo senso, il diritto dello sport presuppone una profonda riflessione etica e una grande attenzione per le categorie più esposte agli abusi, in primis i minori ma anche donne e diversamente abili.

Il diritto sportivo nasce nella seconda metà dell’Ottocento, con la crescita della comunità sportiva, il moltiplicarsi delle competizioni internazionali e il ripristino dei Giochi Olimpici dell’antica Grecia. E’ la branca giuridica che si occupa di analizzare e applicare le norme che regolano gli sport. Si articola in diversi ambiti, attinenti al diritto privato, a quello amministrativo (il CONI è un ente pubblico), al diritto penale dello sport, al diritto del lavoro sportivo, la contrattualistica, la tutela giudiziaria civile e penale, il diritto sportivo europeo e internazionale

Il primo luglio 2023 è entrata in vigore la gran parte  delle disposizioni di uno dei decreti attuativi della “Riforma dello sport” (DLgs. 28.2.2021 n. 36). E’ una piccola rivoluzione. Le novità riguardano principalmente l’inquadramento civilistico degli enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché la disciplina del lavoro sportivo, anche sotto il profilo tributario.

Finora lo sport non aveva trovato riconoscimento nel dettato della nostra Costituzione, a differenza di altri Paesi, nei quali lo sport assume una posizione di rilievo e viene considerato per legge un diritto inalienabile di ogni persona. Il 26 settembre 2023  è stata promulgata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la legge costituzionale n. 1, con la quale il Parlamento italiano ha rinnovato l’articolo 33 della Costituzione, introducendo il nuovo comma che recita:

«La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Lo sport non è più solo una pratica fisica ma conquista una valenza pedagogica, inclusiva e benefica per la salute. Il nuovo comma dell’art. 33 della Costituzione è conforme alle linee guida che definiscono il concetto e le funzioni dello sport da parte della Commissione Europea. Quest’ultima intende lo sport a partire da un concetto ampio, approcciandolo non solo nella sua forma di competizione o di gioco sportivo, ma come un insieme di attività fisiche di tipo olistico che hanno una funzione ricreativa e salutistica.

Lo sport viene ora visto quale diritto umano e bene comune che esprime valori fondamentali della vita connessi all’incontro  e confronto con gli altri, al piacere del giocare, festeggiare e svagarsi, alla consapevolezza di sè e dei propri bisogni e aspirazioni.

Questi valori generano specifici diritti. Come la formazione e l’educazione, infatti, lo sport è di per sé un diritto umano che deve essere promosso, sviluppato e acquisito attraverso la formazione e l’educazione stessa. Secondo la Carta Olimpica, le dichiarazioni e i documenti delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, lo sport è un diritto umano, che possiamo definire di “quarta generazione”, legato al concetto di riposo, svago e tempo libero. Di fatto, lo sport è espressione di una serie di diritti quali: il Diritto all’identità, il Diritto alla partecipazione e al benessere, il Diritto a un tempo libero attivo, il Diritto all’uguaglianza.

Tuttavia, nonostante la novità costituzionale, nella nostra legislazione lo sport è ora un valore ma non esiste ancora un vero e proprio diritto allo sport, che invece la politica dovrà al più presto curarsi di introdurre nell’ordinamento giuridico italiano.

Fonte: Dipartimento per lo Sport – Lo Sport entra nella Costituzione Italiana (governo.it)

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